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01 Giu

La coerenza è tutto

Prove di teatro, scena finale. L’attore protagonista fa il suo ultimo ingresso sul palco prima della chiusura del sipario. L’atmosfera in sala, fatta di quella vivace leggerezza che solo le commedie sanno creare, sta per cambiare; lo staff lo sa. È il momento della separazione. Nicola, il personaggio principale, e Giorgio, suo fratello, si stanno per salutare. Il primo tornerà in America per tanti anni, forse senza mai più fare ritorno. Il secondo, invece, resterà nella sua piccola bottega assieme alla famiglia. Quella visita l’aveva scioccato, aveva completamente scombussolato tutti i suoi piani… solo adesso la vede con occhi diversi. Forse, ora come ora, rimpiange di non averla apprezzata di più quando ce n’era la possibilità.

“Allora ciao, Giogio…”. Così lo saluta Nicola, con quel nomignolo che gli riservava quando erano più piccoli. Ci siamo, è il momento dell’abbraccio. Nicola si avvicina e… “Fermi! Perché stai ridendo?“, domanda il regista dal fondo della sala. Si accendono le luci.


Nella comunicazione tanto quanto nel teatro, spesso non conta cosa si dice, ma come lo si dice. Il nostro corpo, i nostri gesti e le nostre espressioni facciali hanno il potere di dialogare in modo ancora più intenso, diretto e immediato delle parole. Per questo è importante imparare a controllarli quando ci si trova di fronte ad un pubblico… ma come si fa?

Il segreto è che non c’è nessun segreto: tutto dipende da ciò che dobbiamo dire. In un momento drammatico come quello descritto prima, mostrarsi felici e gioiosi non è certo una scelta ottimale. Tuttavia, la stessa espressione può risultare particolarmente funzionale se, ad esempio, Nicola comunica a Giorgio la sua intenzione di restare con lui e la famiglia! In quest’occasione, un sorriso mesto risulterebbe senz’altro dissonante con il clima del momento. È tutta questione di coerenza.

La prossima volta che ci troviamo a sostenere un discorso in pubblico, allora, non concentriamoci tanto sul fare ciò che ci sembra “giusto” ed evitare quello che riteniamo “sbagliato”. Piuttosto, chiediamoci questo: il modo in cui mi sto esprimendo è coerente con il messaggio che voglio dare? Cosa sto trasmettendo a chi mi ascolta?

Con queste due semplici domande, nessun regista interromperà la nostra performance!